«La Juventus è abituata a giocare le sue gare sul campo e a cercare di vincerle. Visto che questa partita si giocherà a Roma, questo ci sembrava il luogo più adatto per presentarvi le nostre strategie. Fin da quando abbiamo intuito quale sarebbe stato l’esito dell’esposto che la abbiamo presentato ben 14 mesi fa, ho dato incarico ai nostri legali di riflettere ed elaborare una strategia circa le mosse da intraprendere». Parole chiare, semplici, inequivocabili quelle pronunciate dal Presidente Andrea Agnelli, nel corso della conferenza stampa organizzata all’Hotel Baglioni di Roma, per comunicare l’intenzione della Juventus di proseguire la propria battaglia per ottenere giustizia.
«La Juventus - continua Agnelli - ha confidato nella corretta applicazione della giustizia sportiva, pagando a caro prezzo, sulla sua pelle, con una retrocessione e con la sostanziale spoliazione del patrimonio tecnico, comportamenti che in sede penale sono tuttora da accertare. Oggi il sistema calcio, che nel 2006 ha lapidato la Juventus sulla pubblica piazza in due mesi, si scopre garantista e addirittura dichiara la propria incompetenza. Una situazione per noi inaccettabile».
Da più parti nelle scorse settimane sono giunti inviti al dialogo: «E noi siamo estremamente favorevoli - sottolinea il Presidente - perché non abbiamo nulla da temere dal confronto con nessuno. Se però il tavolo di discussione dovesse servire a lavare le coscienze di chi ha agito in modo frettoloso prima, e arbitrario poi... beh, la Juventus non potrà esserne complice. Siamo favorevoli al dialogo, ma chiediamo di arrivarci con una parità di trattamento necessaria per sederci al tavolo con serenità».
Dopo l’esito del Consiglio Federale dello scorso 18 luglio, che ha confermato l’assoluta disparità tra il trattamento ricevuto rispetto a quello riservato ad altri club, in merito ai fatti del 2006, la società aveva annunciato che non si sarebbe fermata. E oggi, insieme agli avvocati Michele Briamonte e Luigi Chiappero e al professor Pasquale Landi, titolare della cattedra di diritto amministrativo all’Università di Roma Tor Vergata, il Presidente Agnelli ha spiegato quali saranno le prossime iniziative della Juventus: «Presenteremo quindi ricorso al TNAS (il Tribunale Nazionale Arbitrale per lo Sport), e inoltreremo gli esposti al Procuratore Regionale del Lazio presso la Corte dei Conti, al Prefetto di Roma, al Ministero dell’Interno, al Delegato sul Controllo per la Gestione presso il Coni e all’Executive Commitee dell’Uefa. Questo è un inizio delle azioni che intraprenderemo e potrebbe non essere esaustivo».
«Con rammarico - conclude Agnelli - non siamo oggi in grado di richiedere l’immediata restituzione dei due scudetti, perché l’accertamento dei fatti è ancora in corso e non esistono sentenze in favore di una presa di posizione simile. Ancora una volta però desidero ricordare a tutti che lo scudetto 2005/06 non è stato oggetto di indagini. La Juventus lo ha vinto con 91 punti e si è ritrovata in serie B. Qualcuna altro se lo è trovato sulla scrivania a tavolino per effetto di una decisione dell’allora Commissario della Federazione Guido Rossi. Quello è stato definito lo “scudetto degli onesti”. Ebbene, se lo status quo dovesse permanere, quello sarà al massimo, dello “scudetto dei prescritti”»